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Cocaina e gravidanza

Assumere una sostanza stupefacente stimolante durante la gravidanza porta ad una serie importante di alterazioni all’organismo. In particolare, l’aumento dei livelli di noradrenalina genera una conseguente vasocostrizione dei vasi del sistema nervoso centrale nella madre e nel feto, con ipertensione sanguigna e tachicardia.

La cocaina è metabolizzata più lentamente dall’organismo durante la gravidanza e i bassi livelli di colinesterasi, l’enzima implicato nel metabolismo della cocaina, fanno si che vi sia una maggiore esposizione del feto alla sostanza.
Gli effetti dell’uso di cocaina da parte di donne in gravidanza sul feto non sono completamente noti. Tuttavia, molti studi scientifici riportano che bambini nati da madri che consumano cocaina durante il periodo di gestazione nascono spesso prematuramente, con parti che durano a lungo.

Tra gli effetti del consumo di cocaina nella gestante, si possono elencare i fenomeni d’ipertensione, aritmia, ischemia cardiaca e infarto, emorragie uterine o epatiche, distacco della placenta e morte. Tra gli effetti della cocaina sul feto vengono inclusi una ridotta ossigenazione sanguigna e mancanza di sostanze nutritive con rallentamento della crescita intrauterina, basso peso alla nascita, microcefalia, anomalie scheletriche, cardiache, visive, uditive o genitourinarie. Il consumo di cocaina durante la gestazione induce quindi un effetto neurotossico sul nascituro con presenza di anomalie neurocomportamentali infantili, che includono alterazioni delle abilità motorie e della postura, carenze nutrizionali, sbalzi d’umore (scarsa consolabilità). Diversi studi hanno dimostrato che l’esposizione prenatale alla cocaina può avere conseguenze negative a lungo termine sul sistema cognitivo e attenzionale del feto.

La sintomatologia della Sindrome di astinenza neonatale coinvolge molti organi e in particolare il Sistema Nervoso Centrale e Autonomo e l’apparato digerente.
I sintomi della Sindrome di astinenza neonatale variano a seconda della sostanza assunta dalla madre, del tempo intercorso dall’assunzione e dall’età gestazionale del neonato (se a termine o pretermine). I sintomi possono manifestarsi precocemente, a 24-48 ore dalla nascita, o più tardivamente, a 5-10 giorni di vita e comprendono sintomi come pianto inconsolabile; tremori e irritabilità, alterazioni del ritmo sonno-veglia, aumento del tono muscolare, convulsioni, vomito, diarrea e disidratazione o respirazione accelerata.

Nello specifico per le intossicazioni da cocaina si riscontra una maggior incidenza di morte in culla. Il neonato con Sindrome di astinenza neonatale deve essere dunque ricoverato in ambiente ospedaliero neonatologico per avere il giusto intervento farmacologico.

Lo sapevi che:

  • Con l’ecografia si sono riscontrati nei feti di madri che assumevano cocaina un maggior numero di movimenti, una maggior irritabilità e la presenza di scatti indipendentemente dalla dose assunta e dal tempo intercorso tra l’assunzione e l’ecografia.
  • L’esposizione prenatale alla cocaina quindi, sola o in combinazione con altre sostanze, è associata ad una peggiore capacità delle funzioni esecutive soprattutto in adolescenza.
  • Se la paziente è incinta, l’obiettivo terapeutico è l’astinenza. Se riesce a interrompere il consumo di cocaina entro il primo terzo della gravidanza, diminuisce il rischio di subire un parto prematuro o di partorire un neonato sottopeso.

Dubbi e domande:

Anonima,
Ho sentito parlare di sindrome di astinenza neonatale…


Dal webinar di Medicina delle Dipendenze del 17 novembre 2021 “Disturbo da uso di sostanze, alcol e fumo in gravidanza“….